OGGETTO: LA
MISTERIOSA SCOMPARSA DELLA SIGNORA IN GIALLO
Sunningdale
(Berkshire)
3 dicembre
1926
Notte
I cancelli della villa Styles si aprono piano, quasi senza
emettere alcun cigolio. Fa freddo ed è tardi. Un’auto scura esce e lentamente
scompare nella notte. Intorno la solitudine della campagna persa nell’oscurità.
Centrale di
Polizia del Surray (Inghilterra)
4 dicembre
1926
Ore 11
La mattina
non era iniziata nel migliore dei modi lì al distretto del Surray. Un viavai di
passi, carte e voci percorre i corridoi, si sofferma alle scrivanie e lungo le
scale. Nuvole di fumo e trilli di telefoni non riescono a frenare l’impeto di
quella sommossa.
Da poche
ore era stata rinvenuta in una scarpata nei pressi di Newlands Corner, poco
fuori Guildford, una Morris Cowley nera a due posti. L’auto era precipitata
durante la notte compiendo un balzo di trecento metri fino a infrangersi sul
manto erboso vicino ad alcuni roveti. Adagiata sul sedile del passeggero
un’elegante pelliccia da signora, poco distante, tra i cespugli, un basco di feltro verde.
L’intera
area era stata setacciata senza alcun risultato rilevante: dei passeggeri
nessuna traccia.
Il caso si
presentava davvero spinoso e di lì a poco si sarebbe scatenata anche la furia
dei rotocalchi.
Al
distratto di polizia del Surray non si parla d’altro.
- C’era stato un incidente stradale nella notte, in un’area pressappoco deserta, ma non era stato trovato alcun corpo, né vivo e né morto, né vicino all’auto precipitata, né nei boschi e nella acque lacuali limitrofe;
- L’auto era in folle e presentava evidenti segni di manomissione dei freni;
- La vettura apparteneva alla celebre moglie del colonnello Archibald Christie.
Alle 11 di
quello stesso giorno il comunicato stampa era stato stilato. Un’ultima lettura
e sarebbe stato dato in pasto agli squali.
É scomparsa dalla propria casa Styles, situata a Sunningdale, nel
Berkshire, Mrs. Agatha Christie, moglie del colonnello Christie, di 35 anni,
alta 5 piedi e 7 pollici, capelli biondo cenere tagliati corti, occhi grigi,
carnagione chiara, robusta, vestita con una gonna di maglia grigia, un maglione
verde, un cardigan grigio scuro, un piccolo cappello di feltro verde, con un
anello d’oro con una perla. È partita da casa con una Morris Cowley alle
9,45 di venerdì sera, lasciando un biglietto in cui diceva di andare a fare una gita in auto. La mattina seguente la macchina è stata trovata abbandonata a Newlands Corner.
Alle 17 i
giornalisti assediano la villa della scrittrice.
I Ipotesi
Suicidio
Sir Achibald
Christie smentisce la voce. La maggior parte delle persone che decide di
togliersi la vita non sale in auto in piena notte per andare a gettarsi in un
precipizio desolato.
La sua
dichiarazione è avvalorata dagli infruttuosi risultati delle ricerche tra i campi
di Newlands Corner. Il corpo continua ad essere disperso.
II Ipotesi
Omicidio
Chi può
odiare così tanto la scrittrice da pensare di ucciderla e poi sbarazzarsi del
suo corpo? Un rivale di penna, un mitomane invaghito a tal punto dei suoi
racconti da voler inscenare un omicidio perfetto o qualcuno più vicino alla
vittima?
Il piano
era stato messo a punto con largo anticipo oppure era stato frutto di un raptus
di follia? E poi dove era stato nascosto il corpo?
I sospetti
finiscono per cadere su Sir Christie.
Scavando
nella sua vita privata, oltre all’alibi di ferro - nel giorno e nell’ora della
scomparsa di Agatha si trovava in casa di amici dove si sarebbe intrattenuto
per tutto il fine settimana – era emerso altro. Un motivo valido da spingerlo a
compiere un efferato delitto?
Sir Christie
era un uomo vanesio e orgoglioso. Da diciotto mesi aveva iniziato a frequentare
una giovane dattilografa conosciuta sui campi da golf, perdendo completamente
la testa per lei.
Agatha l’aveva
scoperto, ma per fragilità o per timore di uno scandalo aveva chiesto tempo.
In realtà,
le cose tra loro non andavano più bene da molto tempo, ma lei non ci aveva
fatto caso o non ci aveva voluto badare.
Da quando aveva
pubblicato per scommessa Poirot a Styles
Court il successo l’aveva travolta trascinandola nel vortice della
notorietà. Sir Christie, messo completamente da parte, aveva iniziato a non
riconoscere più la donna che aveva sposato in quella signora quotidianamente
china sulla macchina da scrivere. Prese ad odiarla. Più le vendite aumentavano,
più l’odio si consolidava. Disprezzava i suoi trionfi, ma ancor di più i suoi
guadagni, così spavaldamente superiori ai suoi, su cui, oltretutto, non poteva
mettere mano: Agatha non aveva voluto condividere quelle entrate con lui, il
marito, l’uomo che anni prima aveva giurato di amare nella cattiva e nella
buona sorte.
Neppure Clarissa,
la loro unica figlia, era riuscita ad appianare le tensioni: lei continuava a
consacrare il suo tempo alla scrittura, lui aveva preso a passare sempre più
ore sui campi da golf. Amore per l’aria aperta, per l’attività fisica, per la
compagnia, soprattutto di quella giovane dattilografa, Nancy Neele, che lo
faceva sentire importante come non lo era più o, forse, non lo era mai stato.
La mattina
del 3 dicembre Sir Christie informa Agatha di voler trascorrere il fine
settimana dagli amici nel Surray. Tra gli invitati c’è anche Nancy. Agatha non
ci vede più dalla rabbia e gli si scaglia addosso, accusandolo di essere un
vigliacco traditore. Scoppia una furibonda lite, volano parole pesanti, poi si
ode una porta sbattere.
Archibald
esce di casa.
Sul tavolo l’ultima
lettera della moglie lo inchioda.
Quattro
giorni dopo in una cascina semi-abbandonata nei pressi di Newlands Corner
vengono ritrovati alcuni vestiti da donna e una serie di boccette con la
scritta OPIUM. Ai cronisti, impazienti di risolvere il caso, sembra che la
soluzione sia prossima.
Le analisi dei
flaconi, però, deludono le aspettative: una semplice soluzione per lenire il
mal di stomaco.
Il «Daily
News» decide di aiutare la polizia offrendo una ricompensa a chiunque avesse informazioni
utili alle ricerche.
Il fratello
di Archibal, Campbell, si presenta alla centrale. Il lunedì successivo alla scomparsa della
cognata, nel suo ufficio di Woolwich gli era stata recapitata una lettera a
cui, solo più tardi, aveva dato attenzione.
Non appena
aveva letto la notizia della sparizione, l’aveva ripresa in mano e subito era
corso dalla polizia.
Il mittente
è Agatha Christie.
Il timbro
sulla busta indica che era stata inviata da Londra alle ore 9,45 del 4 dicembre
1926.
Il giorno
dopo l’incidente.
La domenica
seguente Archibald dichiara al «Mail»: - Mia moglie ha sempre detto che avrebbe
potuto sparire a piacere, senza lasciare tracce. Ricordo che qualche tempo fa
aveva confessato alla sorella: “Potrei scomparire quando voglio e saprei farlo
davvero molto bene…”.
Hydropathic
Hotel
Harrogate (North
Yorkshire)
14 dicembre
1926
Hall
Il maître dell’elegante centro termale affacciato sul Mar del
Nord è agitato. Nella testa continua a sentire quel monito: devo telefonare. Esita,
un attimo soltanto, poi esce dalla sala.
La musica del complessino ingaggiato per la serata è allegra.
Qualcuno si alza e inizia a ballare. I camerieri in livrea hanno appena servito
la cena. Il profumo delle portate si espande tra i commensali.
Due musicisti, intanto, osservano la gente che si scatena in
pista. Il ritmo si fa incalzante, le melodie più trascinanti, ma il loro
sguardo è rapito da qualcosa, da qualcuno.
Stupita. La cameriera non riesce a distogliere gli occhi da
quella zip. È la più eccentrica borsa da viaggio che abbia mai visto e lì di
valigie, borsette, pochette ne erano passate eccome. Poi alza lo sguardo e vede
quello che non si sarebbe mai aspettata di vedere. Proprio lì, proprio davanti a
lei.
L’Hydro Hotel è diventato un centro termale di grande richiamo. Vacanzieri
dalle varie regioni del Paese, durante le diverse stagioni dell’anno, trovano
rifugio, ristoro e relax in quel paradiso immerso nel verde. Due nuovi ospiti
sono appena arrivati e fanno presto a mescolarsi alle chiacchiere degli altri
turisti, mentre l’orchestra continua ad accompagnare lo scorrere delle ore.
Nessuno dei due prende parte alle danze, ma si siedono ad un
tavolo vicino la pista. Forse aspettano ancora di essere serviti. Nell’attesa
si guardano intorno cercando di familiarizzare con il nuovo ambiente, con i
visi che si susseguono e i suoni che si sovrappongono. Ad un tratto, uno dei
due, dopo aver lanciato uno sguardo all’amico, si alza e raggiunge la
reception.
Intanto alla centrale di polizia dello Yorkshire l’attesa è
snervante. Qualcuno si prende una sigaretta, l’accende e inizia ad aspirare.

Fa freddo e la stufetta, con la sua luce dorata, irradia calore
e luce.
Finalmente il telefono squilla.
Hydropathic
Hotel
Harrogate
(North Yorkshire)
15 dicembre
1926
Sera
Un uomo, distinto e longilineo, è seduto sulla poltrona della
hall. Le pagine di un quotidiano coprono il suo volto. È immerso nella lettura
e sembra non accorgersi del mondo intorno, né questo pare farlo con lui.
È sera.
Una donna scende le scale. Ha un viso segnato, capelli biondi ed
è vestita con gusto. Il portamento e gli abiti denotano un’agiatezza priva di
ostentazione o boria. Prima di raggiungere il suo tavolo, come d’abitudine, prende
i giornali accatastati nel salottino e inizia a scorrere i titoli del giorno o,
meglio, l’unico che da tempo riempie le prime pagine, l’unico che, in fondo, ha
intenzione di leggere.
È lì da una decina di giorni. Ha affittato una stanza al primo
piano al prezzo di sette ghinee la settimana e ha stretto amicizia con gli
altri ospiti dell’albergo condividendo ballo, chiacchiere e passeggiate.
La notizia della scrittrice scomparsa nel nulla cattura
completamente la sua attenzione. Nessun rumore distoglie i suoi occhi da quelle
pagine, neanche quello dei passi che si avvicinano.
L’uomo trincerato dietro il giornale si è alzato e, dopo pochi
attimi, le è accanto.
Lei alza gli occhi e finalmente lo vede.
- Ritengo sia stata vittima di un terribile vuoto di memoria, al
punto che quando mi ha visto quasi non mi riconosceva – dirà Sir Christie.
- Ho avuto la netta impressione che la signora abbia guardato il
marito come fosse qualcuno che conosceva, ma non lo sapesse identificare bene –
confermerà il direttore dell’Hydro Hotel.
Il medico archivia il caso con una diagnosi: amnesia.
La recente morte della madre e la scoperta dei continui
tradimenti del marito hanno sconvolto la sua mente fino ad aprire un vuoto
nella sua memoria.
Alle 9,15 del 16 dicembre all’uscita dall’Hydro Hotel una coppia
si lascia immortalare in atteggiamenti teneri, mentre i coniugi Christie
scappano dal retro. Un fotografo del «Daily Mail» riesce a scattare una foto
della loro fuga.
Il peggio sembra essere passato. I giornalisti sono stati
depistati, ma per sicurezza alla stazione di Harrogate decidono di passare per
l’ingresso merci.
Sulla banchina l’amara sorpresa: oltre alla sorella di Agatha e al
cognato, un folto gruppo di cronisti li ha preceduti.
Meglio separarsi e cambiare treno.
Il ritorno a casa sembra non avere fine.
Fuori i cancelli della Styles, intanto, i flash aspettano
impazienti l’arrivo dei padroni di casa.
Ritchie-Calder, che all’epoca della scomparsa aveva letto tutto
d’un fiato i romanzi della Christie in cerca di un indizio che potesse districare
l’enigma, non crede a questa versione dei fatti.
300 sterline e vestiti eleganti sono stati ritrovati nella sua
borsa, eppure il girono della scomparsa, la Christie aveva con sé solo pochi
spiccioli.
Può una signora senza memoria recuperare tutti quei soldi in
pochi giorni? Come ci è riuscita e chi le ha dato una mano?
Può una signora senza memoria lasciare come sue generalità al
momento della registrazione in albergo il cognome dell’amante del marito,
Neele, e il nome Teresa (e non nella sua forma anglofona Therese) anagramma
della parola “teaser”, seccatore, ma anche rompicapo?
Dal 4 dicembre, non appena la notizia era iniziata a circolare,
la vendita dei gialli firmati Christie aveva subito un’impennata. L’opinione
pubblica, disposta a spendere per i suoi racconti ma non per le sue fughe,
l’accusa di frode: un’abile mossa pubblicitaria messa su ai danni della spesa
pubblica. Sir Archibald Christie, oltre alla moglie, si ritrova anche una multa
di 3000 sterline.
Chiede il divorzio e sposa Nency Neele.
1976
Caso Christie Archiviato
Agatha Christie, grazie alla collaborazione della cognata Nan
Watts e ai nipoti Judith e Graham, decide di costruire un piano per smascherare
la tresca del marito.
L’obiettivo? Spiare di nascosto Archibald in compagnia
dell’amante durante il fine settimana che l’uomo aveva detto di dover trascorrere
dagli amici nel Surray.
Viene, però, sottovalutata la risonanza mediatica.
Il 3 dicembre, dopo aver scritto una lettera al marito, Agatha
sale in auto e si reca nella deserta campagna di Newlands Corner. Qui, dopo
aver manomesso i freni e lasciato i fari accesi, spinge la vettura giù dalla
rupe. I suoi affetti personali sono sul sedile del passeggero.
A piedi si dirige lungo un sentiero, di proposito lascia nei
pressi di una cava di gesso le impronte, poi va verso la stazione di West
Clandon, prende il primo treno diretto a Londra e raggiunge l’abitazione di Nan
al 78 del Chelsea Park Garden.
Il giorno dopo spedisce la lettera al cognato, consapevole che il
suo arrivo è previsto per il lunedì successivo.
Guarda un’ultima volta la città e sospira. É tardi. Deve
sbrigarsi, il treno per il North Yorkshire parte di lì a qualche minuto.
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