martedì 18 giugno 2013

QUEL GIORNO A HANGING ROCK...



Giornale di Melbourne
(Australia)
14 febbraio 1913


Sebbene il giorno di San Valentino sia in genere dedicato allo scambio dei regali e ad affari di cuore, sono trascorsi esattamente tredici anni da quel fatale sabato in cui un gruppo di circa venti allieve e due insegnanti partì dall'Appleyard College sulla strada di Bendigo per un picnic a Hanging Rock.

Tredici anni.
Tredici lunghi anni che non hanno scalfito la corazza mineraria di Hanging Rock, il suo volto di pietra conta gli stessi identici labirinti bruciati dal sole, gli enormi menhir allusivamente chiamati Vampiro, Re Artù e Ufo. Il tempo qui sembra non essere passato, forse per l’influsso dello spirito guida della tribù dei Wurundjeri.
Quel tempo sospeso, in cui persino l’orientamento e i sensi faticano a non perdersi, rallenta le lancette sino a fermare del tutto la loro corsa. Un’eterna controra che spossa il corpo e lo respinge, quasi a volerlo sputare fuori dalla propria cavità oppure, nella peggiore delle ipotesi, lo risucchia senza lasciarne traccia. Come accadde quel lontano mattino del 1900…


Appleyard Collage
Woodend (Victoria)
14 febbraio 1900
Mattina

L’estate aveva investito il piccolo borgo sulla strada per Bendigo. Quel giorno, contro qualsiasi previsione, la lezione di geologia si sarebbe tenuta tra le rocce di Hanging Rock.
La direttrice aveva precisato, per evitare facili entusiasmi, che bisognava redigere un saggio conclusivo a fine esplorazione. Ma le ceste di vimini ai piedi dello scalone centrale avevano fatto intuire che forse non sarebbe mancato un piacevole intermezzo.
Le raccomandazioni erano state le solite: non allontanarsi dal gruppo, prestare la massima attenzione alla spiegazione ed evitare inutili quanto deleterie chiacchiere.
Il gruppo di ragazze seguiva in ordine e quasi in silenzio le indicazioni di Mrs. McGrew, mentre l’edificio vittoriano alle loro spalle diventava un puntino scuro immerso nel verde. Marion, Miranda, Edith e Irma tentavano di dissimulare l’euforia per non incorrere nell’ennesima punizione esemplare.
Lo spettacolo minerario era qualcosa di stupefacente, in ogni angolo un anfratto o un reperto di natura vulcanica a cui prestare interesse. Faceva caldo e lì immerse in quella distesa di rocce il tempo eclissava in una strana sincronia delle ore.
Per camminare più comodamente, la direttrice si tolse le scarpe e i guanti ed estese l’invito alle ragazze. Un gesto davvero insolito, forse dovuto all’aria di libertà che ispirava quella strana giornata.



Hanging Rock (Victoria)
14 febbraio 1900
Ore 15


La sosta, il dopopranzo e il flusso di insetti che ronzavano a intermittenza lasciavano spazio soltanto al riposo. Le calde ore del primo pomeriggio si sospendevano tra la frenesia del mattino e il calare della sera.
L’afa e la ripetitività del paesaggio rendeva ancor più irreale l’atmosfera.
Contro ogni buon proposito, durante il cammino, il gruppo si era diviso e, distese sotto un masso, Marion, Miranda, Edith e Irma ascoltavano la direttrice sulla strada da seguire per rimettersi in marcia.
Qualcosa di strano imbeveva l’aria, eppure non si riusciva a capire cosa fosse, forse soltanto suggestione o un semplice mutamento di pressione. Edith, intimorita, piagnucolava e tentava di richiamare l’attenzione di Mrs. McGrew, ma le sue ossessive manie erano risapute e ormai nessuno più le prestava attenzione.
Marion, scossa la gonna dal terreno, fu la prima a balzare in piedi e seguire Mrs. McGrew. Subito dopo, anche Miranda e Irma scomparvero alla vista.
Edith, rimasta sola, continuava a implorare di ritornare in collegio, presto sarebbe calata la sera e allora sarebbe stato difficile orientarsi tra quegli infiniti massi e poi giravano strane voci su quei posti. Non sentendo risposta, alzò il volto e non vide nessuno. In lontananza sentiva la risata argentina di Marion, ma non riusciva più a scorgere la sagoma.
Ancora quella strana sensazione che non la lasciava andare.
Tremante, con il viso sporco di lacrime e terreno, si alzò in piedi e iniziò a correre.
In senso opposto.
Edith corse. Corse così veloce e raggiunse il paese. La sua mente era sconvolta, le parole erano sconnesse, era in preda a una crisi di nervi. Un profondo graffio le tagliava la fronte, era scalza ma i suoi piedi, stranamente, erano privi di lesioni e terreno.
La polizia, allarmata, prese a battere la zona.
Molte ore erano passate, il sole aveva lasciato il posto alla sera e la direttrice con le sue tre allieve non aveva ancora fatto ritorno al collegio.


Hanging Rock (Victoria)
21febbraio 1900
Mattina

Con gli occhi chiusi e una profonda ferita alla fronte, giaceva ai piedi di due enormi massi rocciosi Irma Leopold. Al primo sguardo sembrava morta, ma il polso dava cenni di speranza. Era distesa, senza corsetto né scarpe, aveva testimoniato l’onorevole l Fitzhbert all’agente di polizia dopo aver ritrovato il corpo della fanciulla durante un’escursione in montagna.
Non molto distante, coperta da una rupe, era nascosta la direttrice.
Mrs. McGrew non dava cenni di vita. Soltanto un taglio sulla fronte denunciava la gravità della situazione. Aveva i piedi nudi, privi di graffi e così puliti come se non avesse camminato per ore.
Le sue scarpe non erano state ritrovate. Anche Miranda e Marion continuavano a essere disperse.
Dopo molte ore Irma aveva ripreso i sensi. Purtroppo i ricordi, quelli, non li avrebbe più riavuti indietro.
Trauma cranico, aveva detto il medico. Doveva confidare nel tempo e nella benevolenza divina.
Intanto ad Appleyard Collage Sara si era tolta la vita.


Casa Lindsay
Mulberry Hill (Baxter)
1967

«Se Picnic a Hanging Rock sia realtà o fantasia, i lettori dovranno deciderlo per conto proprio. Poiché quel fatidico picnic ebbe luogo nell’anno 1900 e tutti i personaggi che compaiono nel libro sono morti da molto tempo, la cosa pare non abbia importanza».
Punto.
Anche l’ultima nota è stata scritta.
La busta, con la lettera di presentazione, è lì sulla scrivania. Manca solo di infilare il manoscritto fresco di battitura e poi spedirla alla Cheshire Publishing.
Aspettare, incrociare le dita e sperare.
Forse qualcuno l’avrebbe risposta.
Forse qualcuno poteva essere ancora interessato al mistero di Hanging Rock. Anche se più di mezzo secolo era ormai trascorso da quel mattino.



The Secret of Hanging Rock
Joan Lindsay
Australia
1987

Sulla scrivania dell’ex agente letterario John Taylor è appena arrivata la prima copia del Segreto di Hanging Rock. Il giorno dopo, finalmente, sarebbe uscito in tutte le librerie del continente. I diritti erano stati venduti anche in Inghilterra. Il resto dell’Europa, invece, aveva messo la testa sotto la censura.
John è euforico: sa di avere tra le mani un’eredità scottante.
Sono passati venti lunghissimi anni dal giorno della promessa e, finalmente, è arrivato il momento di rompere il silenzio.
Il giorno della pubblicazione di Picnic a Hanging Rock aveva scommesso con Joan sul finale del romanzo che, per lo sconcerto dei lettori, erano rimasto inconcluso. Il mistero era lasciato aperto all’interpretazione: cosa fosse realmente successo tra le rocce dell’Australia nessuno lo sapeva. A parte l’autrice, ormai in ritiro nella sua dimora di Baxter.
Qualche anno dopo, John Taylor aveva trovato una busta marrone nella sua casella di posta. Dentro un testo dattiloscritto e l’inconfondibile firma della Lindsay. Il XVIII capitolo, l’ultimo, era davanti ai suoi occhi. Forse la chiave del mistero era tutta lì.
Una postilla spiegava che una sola copia esisteva del manoscritto ed era proprio quella che John stringeva tra le mani. Era il solo ad avere il privilegio di condividere il segreto della Lindsay, perché era stato l’unico ad aver intuito la verità.
Unica nota: la sua divulgazione doveva avvenire soltanto dopo la morte della scrittrice.
John lesse più volte il testo. Molte incongruenze e ripetizioni – soprattutto del terzo capitolo – rendevano pesante la lettura.
In fondo al cuore, un giuramento: avrebbe aspettato prima di rivelare la verità sul mistero di Hanging Rock.
Quel giorno finalmente era arrivato.
John aveva scritto l’introduzione al volume, prima di lasciare spazio all’ultimo capitolo: il racconto prende avvio dall’invito della direttrice a liberarsi dei corsetti, simbolo della morale vittoriana, poi gettati in un dirupo e rimasti stranamente sospesi a mezz’aria.
Proprio in quell’anfratto, la direttrice indica un’apertura nella quale passare. Marion e Miranda seguono le istruzioni ed entrano senza esitazioni in una dimensione parallela, trasformandosi in piccole creature striscianti; Irma, invece, indecisa sul da farsi, non riesce a passare, batte violentemente contro la parete rocciosa per poi cadere a terra, priva di sensi.
Yvonne Rousseau, autrice di Murders at Hanging Rock (1980) – posto a conclusione del libro – suggerisce cinque probabili ipotesi sul mistero che avvolge l’infausto picnic:
1. La frana. La Lindsay, a conoscenza diretta dei fatti, inserisce nel romanzo molte spie rivelatrici della verità: aggettivi come “cattive” o “perfide” riferite alle rocce, similitudini con le indifese formiche facili da schiacciare e persino la descrizione di rocce che paiono scherzare con la gravità, non sono altro che tracce offerte alla decifrazione del lettore;
2. La fuga. Le ragazze, stanche del bigottismo e della fortissima repressione sessuale del collegio, fuggono in cerca di libertà. Simbolica allora è la perdita del corsetto o il togliersi le scarpe: Miranda e Marion perseguono fino in fondo l’obiettivo, mentre prima Edith e poi Irma si tirano indietro;
3. L’ingresso in un’altra dimensione. L’atmosfera misteriosa, il silenzio e la presenza di campi magnetici rendono Hanging Rock una possibile porta di un mondo invisibile, parallelo, dal quale, però, non si può più far ritorno. D’altronde, un’antica tradizione aborigena si fondava proprio sulla comunione tra realtà materiale e spirituale;
4. Lo stupro. Il romanzo ha una forte connotazione erotica. Forse un uomo (o più uomini) – magari quello che le ragazze credevano essere il principe azzurro – aveva dato loro appuntamento lì, approfittando del silenzio e della solitudine del posto. Edith, avendo compreso la situazione, fugge ma lo spavento le procurò una forte amnesia, tale da cancellarle il ricordo di ciò che avrebbe potuto infangare la reputazione della sua famiglia;
5. Il serial killer. Facile uccidere e occultare i cadaveri, lì, a Hanging Rock. Difficile, se non impossibile, il loro ritrovamento, considerando l’impervietà del territorio, la molteplicità di cave e cunicoli e l’arretratezza dei mezzi investigativi d’inizio secolo. Unica superstite, Edith, scampata alla furia omicida del serial killer di Appleyard Collage.

Più di un secolo è trascorso da allora, ormai i nomi di Marion e Miranda nessuno li ricorda più. Il loro oblio ha avuto inizio con i sopravvissuti, la loro vita – in questa o in un’altra dimensione – non ha lasciato nessuna traccia, se non una vecchia leggenda australiana: C’era una volta un antico collegio femminile. Quattro ragazze, Miranda, Marion, Edith e Irma, guidate dalla loro insegnante di matematica, Mrs. McGrew, decidono di allestire un picnic ai piedi delle montagne. Hanging Rock è il posto ideale per trascorrere una calda giornata d’estate…

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