Giornale di
Melbourne
(Australia)
14 febbraio
1913
Sebbene il giorno di San Valentino sia in
genere dedicato allo scambio dei regali e ad affari di cuore, sono trascorsi
esattamente tredici anni da quel fatale sabato in cui un gruppo di circa venti
allieve e due insegnanti partì dall'Appleyard College sulla strada
di Bendigo per un picnic a Hanging Rock.
Tredici anni.
Tredici
lunghi anni che non hanno scalfito la corazza mineraria di Hanging Rock, il suo
volto di pietra conta gli stessi identici labirinti bruciati dal sole, gli
enormi menhir allusivamente chiamati Vampiro, Re Artù e Ufo. Il tempo qui sembra
non essere passato, forse per l’influsso dello spirito guida della tribù dei
Wurundjeri.
Quel tempo
sospeso, in cui persino l’orientamento e i sensi faticano a non perdersi,
rallenta le lancette sino a fermare del tutto la loro corsa. Un’eterna controra
che spossa il corpo e lo respinge, quasi a volerlo sputare fuori dalla propria
cavità oppure, nella peggiore delle ipotesi, lo risucchia senza lasciarne
traccia. Come accadde quel lontano mattino del 1900…
Appleyard Collage
Woodend (Victoria)
14 febbraio 1900
Mattina
L’estate aveva investito il piccolo borgo sulla strada per
Bendigo. Quel giorno, contro qualsiasi previsione, la lezione di geologia si
sarebbe tenuta tra le rocce di Hanging Rock.
La direttrice aveva precisato, per evitare facili entusiasmi,
che bisognava redigere un saggio conclusivo a fine esplorazione. Ma le ceste di
vimini ai piedi dello scalone centrale avevano fatto intuire che forse non
sarebbe mancato un piacevole intermezzo.
Le raccomandazioni erano state le solite: non allontanarsi dal
gruppo, prestare la massima attenzione alla spiegazione ed evitare inutili quanto
deleterie chiacchiere.
Il gruppo di ragazze seguiva in ordine e quasi in silenzio le
indicazioni di Mrs. McGrew, mentre l’edificio vittoriano alle loro spalle
diventava un puntino scuro immerso nel verde. Marion, Miranda, Edith e Irma
tentavano di dissimulare l’euforia per non incorrere nell’ennesima punizione
esemplare.
Lo spettacolo minerario era qualcosa di stupefacente, in ogni
angolo un anfratto o un reperto di natura vulcanica a cui prestare interesse.
Faceva caldo e lì immerse in quella distesa di rocce il tempo eclissava in una
strana sincronia delle ore.
Per camminare più comodamente, la direttrice si tolse le scarpe e
i guanti ed estese l’invito alle ragazze. Un gesto davvero insolito, forse
dovuto all’aria di libertà che ispirava quella strana giornata.
Hanging Rock (Victoria)
14 febbraio 1900
Ore 15
La sosta, il dopopranzo e il flusso di insetti che ronzavano a
intermittenza lasciavano spazio soltanto al riposo. Le calde ore del primo
pomeriggio si sospendevano tra la frenesia del mattino e il calare della sera.
L’afa e la ripetitività del paesaggio rendeva ancor più irreale
l’atmosfera.
Contro ogni buon proposito, durante il cammino, il gruppo si era
diviso e, distese sotto un masso, Marion, Miranda, Edith e Irma ascoltavano la
direttrice sulla strada da seguire per rimettersi in marcia.
Qualcosa di strano imbeveva l’aria, eppure non si riusciva a
capire cosa fosse, forse soltanto suggestione o un semplice mutamento di
pressione. Edith, intimorita, piagnucolava e tentava di richiamare l’attenzione
di Mrs. McGrew, ma le sue ossessive manie erano risapute e ormai nessuno più le
prestava attenzione.
Marion,
scossa la gonna dal terreno, fu la prima a balzare in piedi e seguire Mrs.
McGrew. Subito dopo, anche Miranda e Irma scomparvero alla vista.
Edith, rimasta sola, continuava a implorare di ritornare in collegio,
presto sarebbe calata la sera e allora sarebbe stato difficile orientarsi tra
quegli infiniti massi e poi giravano strane voci su quei posti. Non sentendo
risposta, alzò il volto e non vide nessuno. In lontananza sentiva la risata
argentina di Marion, ma non riusciva più a scorgere la sagoma.
Ancora quella strana sensazione che non la lasciava andare.
Tremante, con il viso sporco di lacrime e terreno, si alzò in
piedi e iniziò a correre.
In senso opposto.
Edith corse. Corse così veloce e raggiunse il paese. La sua
mente era sconvolta, le parole erano sconnesse, era in preda a una crisi di
nervi. Un profondo graffio le tagliava la fronte, era scalza ma i suoi piedi,
stranamente, erano privi di lesioni e terreno.
La polizia, allarmata, prese a battere la zona.
Molte ore erano passate, il sole aveva lasciato il posto alla
sera e la direttrice con le sue tre allieve non aveva ancora fatto ritorno al
collegio.
Hanging Rock (Victoria)
21febbraio 1900
Mattina
Con gli
occhi chiusi e una profonda ferita alla fronte, giaceva ai piedi di due enormi
massi rocciosi Irma Leopold. Al primo sguardo sembrava morta, ma il polso dava
cenni di speranza. Era distesa, senza corsetto né scarpe, aveva testimoniato l’onorevole
l Fitzhbert all’agente di polizia dopo aver ritrovato il corpo della fanciulla
durante un’escursione in montagna.
Non molto
distante, coperta da una rupe, era nascosta la direttrice.
Mrs. McGrew
non dava cenni di vita. Soltanto un taglio sulla fronte denunciava la gravità
della situazione. Aveva i piedi nudi, privi di graffi e così puliti come se non
avesse camminato per ore.
Le sue scarpe
non erano state ritrovate. Anche Miranda e Marion continuavano a essere disperse.
Dopo molte
ore Irma aveva ripreso i sensi. Purtroppo i ricordi, quelli, non li avrebbe più
riavuti indietro.
Trauma
cranico, aveva detto il medico. Doveva confidare nel tempo e nella benevolenza
divina.
Intanto ad
Appleyard Collage Sara si era tolta la vita.
Casa Lindsay
Mulberry Hill (Baxter)
1967
«Se Picnic
a Hanging Rock sia realtà o fantasia, i lettori dovranno deciderlo per
conto proprio. Poiché quel fatidico picnic ebbe luogo nell’anno 1900 e tutti i
personaggi che compaiono nel libro sono morti da molto tempo, la cosa pare non
abbia importanza».
Punto.
Anche
l’ultima nota è stata scritta.
La busta,
con la lettera di presentazione, è lì sulla scrivania. Manca solo di infilare il
manoscritto fresco di battitura e poi spedirla alla Cheshire Publishing.
Aspettare,
incrociare le dita e sperare.
Forse
qualcuno l’avrebbe risposta.
Forse
qualcuno poteva essere ancora interessato al mistero di Hanging Rock. Anche se
più di mezzo secolo era ormai trascorso da quel mattino.
The Secret of Hanging Rock
Joan Lindsay
Australia
1987
Sulla scrivania dell’ex agente letterario John Taylor è appena
arrivata la prima copia del Segreto di
Hanging Rock. Il giorno dopo, finalmente, sarebbe uscito in tutte le
librerie del continente. I diritti erano stati venduti anche in Inghilterra. Il
resto dell’Europa, invece, aveva messo la testa sotto la censura.
John è euforico: sa di avere tra le mani un’eredità scottante.
Sono passati venti lunghissimi anni dal giorno della promessa e,
finalmente, è arrivato il momento di rompere il silenzio.
Il giorno della pubblicazione di Picnic a Hanging Rock aveva scommesso con Joan sul finale del
romanzo che, per lo sconcerto dei lettori, erano rimasto inconcluso. Il mistero
era lasciato aperto all’interpretazione: cosa fosse realmente successo tra le
rocce dell’Australia nessuno lo sapeva. A parte l’autrice, ormai in ritiro
nella sua dimora di Baxter.
Qualche anno dopo, John Taylor aveva trovato una busta marrone
nella sua casella di posta. Dentro un testo dattiloscritto e l’inconfondibile
firma della Lindsay. Il XVIII capitolo, l’ultimo, era davanti ai suoi occhi.
Forse la chiave del mistero era tutta lì.
Una postilla spiegava che una sola copia esisteva del
manoscritto ed era proprio quella che John stringeva tra le mani. Era il solo
ad avere il privilegio di condividere il segreto della Lindsay, perché era
stato l’unico ad aver intuito la verità.
John lesse più volte il testo. Molte incongruenze e ripetizioni –
soprattutto del terzo capitolo – rendevano pesante la lettura.
In fondo al cuore, un giuramento: avrebbe aspettato prima di
rivelare la verità sul mistero di Hanging Rock.
Quel giorno finalmente era arrivato.
John aveva scritto l’introduzione al volume, prima di lasciare spazio all’ultimo capitolo: il racconto prende avvio dall’invito
della direttrice a liberarsi dei corsetti, simbolo della morale vittoriana, poi
gettati in un dirupo e rimasti stranamente sospesi a mezz’aria.
Proprio in quell’anfratto, la
direttrice indica un’apertura nella quale passare. Marion e Miranda seguono le
istruzioni ed entrano senza esitazioni in una dimensione parallela,
trasformandosi in piccole creature striscianti; Irma, invece, indecisa sul da
farsi, non riesce a passare, batte violentemente contro la parete rocciosa per
poi cadere a terra, priva di sensi.
Yvonne Rousseau, autrice di Murders
at Hanging Rock (1980) – posto a conclusione del libro – suggerisce cinque
probabili ipotesi sul mistero che avvolge l’infausto picnic:
1.
La frana. La Lindsay, a conoscenza diretta
dei fatti, inserisce nel romanzo molte spie rivelatrici della verità: aggettivi
come “cattive” o “perfide” riferite alle rocce, similitudini con le indifese
formiche facili da schiacciare e persino la descrizione di rocce che paiono
scherzare con la gravità, non sono altro che tracce offerte alla decifrazione
del lettore;
2.
La fuga. Le ragazze, stanche del
bigottismo e della fortissima repressione sessuale del collegio, fuggono in
cerca di libertà. Simbolica allora è la perdita del corsetto o il togliersi le
scarpe: Miranda e Marion perseguono fino in fondo l’obiettivo, mentre prima
Edith e poi Irma si tirano indietro;
3.
L’ingresso in un’altra dimensione.
L’atmosfera misteriosa, il silenzio e la presenza di campi magnetici rendono
Hanging Rock una possibile porta di un mondo invisibile, parallelo, dal quale,
però, non si può più far ritorno. D’altronde, un’antica tradizione aborigena si
fondava proprio sulla comunione tra realtà materiale e spirituale;
4.
Lo stupro. Il romanzo ha una forte
connotazione erotica. Forse un uomo (o più uomini) – magari quello che le
ragazze credevano essere il principe azzurro – aveva dato loro appuntamento lì,
approfittando del silenzio e della solitudine del posto. Edith, avendo compreso
la situazione, fugge ma lo spavento le procurò una forte amnesia, tale da
cancellarle il ricordo di ciò che avrebbe potuto infangare la reputazione della
sua famiglia;
5.
Il serial killer. Facile
uccidere e occultare i cadaveri, lì, a Hanging Rock. Difficile, se non
impossibile, il loro ritrovamento, considerando l’impervietà del territorio, la
molteplicità di cave e cunicoli e l’arretratezza dei mezzi investigativi d’inizio
secolo. Unica superstite, Edith, scampata alla furia omicida del serial killer
di Appleyard Collage.
Più di un secolo è trascorso da allora, ormai i
nomi di Marion e Miranda nessuno li ricorda più. Il loro oblio ha avuto inizio
con i sopravvissuti, la loro vita – in questa o in un’altra dimensione – non ha
lasciato nessuna traccia, se non una vecchia leggenda australiana: C’era una volta un antico collegio
femminile. Quattro ragazze, Miranda, Marion, Edith e Irma, guidate dalla loro
insegnante di matematica, Mrs. McGrew, decidono di allestire un picnic ai piedi
delle montagne. Hanging Rock è il posto ideale per trascorrere una calda
giornata d’estate…
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