Old Western
Burying Ground
Baltimora
(Maryland)
19 gennaio
1949
Ora: tra
mezzanotte e le 05:30
Come tutte le notti d’inverno, nel Maryland non c’è traccia di
anima viva per la strada. Soltanto il silenzio dei laterizi in cotto e la luce
dei lampioni che dal 203 di Amity Street si incamminano verso la Fayette in una
lunga processione di ceri per la commemorazione all’Old Western Burying Ground,
il cimitero di Baltimora.
Soltanto un uomo prende parte alla veglia, ma nessuno può
accorgersi della sua presenza. Cammina fortuitamente tra le strade del centro,
coprendosi il volto con una spessa sciarpa. In una mano una bottiglia di ottimo
Martell e tre rose di colore rosso.
Un anno dopo il rituale si ripete.
I resti di quello strano incontro vengono rinvenuti al mattino.
Il «The Evening Sun» di Baltimora diffonde la notizia: Un anonimo cittadino lascia ogni anno una
bottiglia vuota di Cognac di eccellente marca sulla tomba di Poe.
Dello sconosciuto, però, nessuna traccia, solo l’inizio di una
storia sospesa tra poesia e gothic revival.
Old Western
Burying Ground
19 gennaio
1978
Ventinove gelidi inverni erano stati visti da quelle parti, ventinove
freddi, anno dopo anno, erano scesi come un invisibile drappo sulla città. Non
avevano mancato alcun appuntamento neanche gli strani doni all’Old Western
Burying Ground.
Jeff Jerome, il nuovo curatore della Poe House and Museum di
Baltimora, si è promesso di andare in fondo alla storia. Lo deve alla sua
passione per il romanzo noir e ai suoi concittadini che in tutti quegli anni erano
stati col fiato sospeso.
Il piano è semplice: nascondersi in auto, fuori ai cancelli del
cimitero, fino all’arrivo di chi ormai era noto come Poe Toaster, colui che
brinda a Poe.
Oltre le inferriate la lastra in marmo bianco con in cima il minuto
uccello dal becco aguzzo: the Raven, il corvo, anche lui è pronto.
I minuti iniziano a scorrere come se principiassero a farlo solo
ora.
Jerome è lì che aspetta.
Con lui qualcosa di irrimediabile è in agguato.
Esitante, scende dall’abitacolo e inizia a camminare. Pochi
metri, il tempo di raggiungere la toilette e di far ritorno.
Il buio è intenso, mentre una flebile luce illumina la notte di
Poe.
Di ritorno tutto è al proprio posto. Si guarda intorno:
silenzio. Qualcosa nel paesaggio stride, anche se non sa bene cosa. Lo sguardo
corre lungo il ferro battuto del cancello, verso il viale alberato, fino a
scivolare sulla prima lapide.
Sospira, e il suo cuore manca un battito.
Lì, di fronte ai suoi occhi, c’è una bottiglia tra tre rose.
- Ero arrabbiato con me stesso - dirà in seguito Jerome.
Lontano da qualsiasi sguardo indiscreto, ancora una volta lo
sconosciuto ha brindato alla nascita di un uomo vissuto appena un secolo prima.
Westminster
Hall
19 gennaio
di un paio di anni dopo
Questa volta non è solo.
Con tre amici, Jerome ci riprova.
Nelle umide catacombe dell’ex chiesa presbiteriana di
Westminster, adiacente il cimitero, si preparano a trascorrere la notte più
lunga della loro vita.
L’arrivo del Poe Toaster è difficile da programmare, non c’è
un’ora prestabilita per la funzione, se non quando il buio scende e confonde la
sua figura.
Jerome è risoluto: per nulla si farà sfuggire questa
opportunità.
Il fiato inizia a sospendersi mentre la quiete è l’unica amica.
Mezzanotte, l’una, le due.
Niente, tutto è immobile come in un’iconografia funebre.
Le tre, le quattro…
A un tratto dei passi interrompono il torpore.
Le orecchie si fanno più ricettive e gli sguardi cercano conferma,
i cuori iniziano a battere veloci e piano salgono alla gola.
Un uomo vestito di nero, con il volto coperto dalla falda larga
di un cappello e da una sciarpa bianca, procede spedito verso il cimitero.
Entra.
Con passo incerto percorre il viale e si arresta. È sicuro di
aver trovato quello che cercava: il mausoleo di Edgar Allan Poe.
Lo guarda, fisso, per un lungo istante, mentre alza un oggetto
verso il cielo. Da lontano la sagoma di una bottiglia scura risplende di un
sinistro bagliore alla luce del neon.
Risoluto l’abbassa, ne beve piano un lungo sorso, poi la adagia
lì, sulla lapide, insieme a tre rose rosse.
Si guarda intorno, tutto tace.
Si avvicina all’effige scolpita nel marmo, legge piano le parole
impresse nella roccia e, con un velo di tristezza nello sguardo in quella
nottata che celebra la vita, le bacia.
Quando si raddrizza, il tempo riprende a scorrere.
Leva il cappello in gesto di saluto, infine volge le spalle al
sepolcro e scompare così come era venuto.
All’anno venturo, Edgar.
Lo stupore ha paralizzato Jerome. Fermo nella sua postazione
assiste con impaziente emozione a tutta la scena. Neanche per un attimo ha
pensato di interrompere la cerimonia per poter conoscere l’identità dell’uomo.
La poesia di quel momento è racchiusa nel suo segreto.
Chi è l’uomo misterioso? Perché ogni anno si reca sulla tomba di
uno scrittore morto? Che significato hanno le strenne che lascia in omaggio?
Nessuno riesce a vedere il suo viso. Eppure il numero dei
curiosi è aumentato.
La cerimonia non è interrotta. In ossequioso rispetto gli
astanti guardano l’ennesima apertura di sipario.
«Life
Magazine»
Luglio 1990
Gary Smith, giornalista del «Life», intitola il suo nuovo pezzo Once upon a midnight dreary, una tetra
mezzanotte, incipit del componimento di The
Raven di Poe.
La foto non è molto nitida, ma subito si riconosce in primo
piano la sagoma di un uomo. Intorno un fitto manto di rami fa da cornice, di
fronte una lapide chiara denuncia la cupezza del luogo.
La prima e unica foto del Poe Toaster inizia a circolare, ma la
sua identità è ferma a quel click.
Old Western
Burying Ground
19 gennaio
1993
The torch will be passed, il
testamento sarà passato.
Un biglietto viene ritrovato per la prima volta sulla lapide.
Ci sarà un successore, a quanto pare, a proseguire la cerimonia.
Ma la scomparsa del vero Poe Toaster non può lasciare indifferenti e il
preavviso del suo ritiro fa sorgere molti interrogativi.
Forse l’incedere dell’età o della malattia lo spinge a battere
in ritirata, o è la morte che non appare più così lontana? In fondo, sono
passati più di quarant’anni dalla prima apparizione al Westminster Hall, per
qualcuno addirittura più indietro sino al 1930.
Oppure la paura di essere scoperto di anno in anno si fa sempre
più certezza fino a rendere il depistaggio l’unica via d’uscita?
Certo la tenebrosità dell’ora, l’uggiosità del luogo e la
segretezza del rito hanno dato adito a considerazioni più scabrose. E
l’iniziazione è a un passo dal compiersi.
Pur con una lieve alterazione nell’aspetto – più giovane nella
chioma e nell’incedere, ma mai privo del consueto savoir-faire –, il Poe
Toaster non ha mai disatteso le previsioni.
- È un po’ come la mattina di Natale - ha dichiarato un ragazzo
di Baltimora. - Lo sai che si presenta, ma l’aspettativa, l’attesa e il modo in
cui accadrà è dieci volte più divertente.
19 gennaio
1998
Poi succede davvero, o almeno così sembra.
Ancora una breve nota ne denuncia l’accaduto. Poche righe –
giusto il numero che basta a riferirne il decesso.
Rispettando
la sua volontà – come aveva reso noto nello scritto precedente –, i figli del
Poe Toaster sono chiamati a ereditare l’inconsueto lascito.
Perché la
cerimonia d’inverno non può essere già finita.
19 genneaio
2001
L’oscurità e la
decomposizione e il grande blu hanno il dominio su tutto. Baltimora Ravens. Mille
ferite soffriranno. Edgar Allan Poe sempre.
La tetra profezia è il messaggio rinvenuto la mattina. A
riecheggiare sono le battute finali de La
maschera della morte rossa di Poe: E l'Oscurità, la Decomposizione e la Morte rossa regnarono indisturbate
su tutto. L’anatema incombe sulla cronaca locale, a farne le spese la
squadra di football della città, i Baltimora Ravens.
La resa dei conti è lì a qualche ora.
Il vaticinio, alla fine, si rivela una premonizione bendata: i
Baltimora Ravens riescono a spuntarla per 34 a 7.
L’onore per ora è ancora salvo.
19 gennaio
2004 ore 03:00
La sacra memoria di Poe e il
suo luogo di riposo non è un posto per il cognac francese. Con grande
riluttanza ma per rispetto della tradizione familiare il cognac è posto.
La memoria di Poe vivrà sempre!
Mai sorso di Martell fu più amaro di questo. Il suo aspro sapore
sa di politica internazionale, il suo retrogusto rammenta il veto francese alla
guerra condotta dagli Stati Uniti in Iraq.
Per la prima volta Jerome si mostra esitante. La paura dei riflessi
della divulgazione del messaggio lo rendono cauto, quasi insicuro.
Alla fine, però, è disposto a svestire i panni del censore e
diffondere la notizia.
Ed è subito cronistoria.
C’è chi si aggira in bella mostra roteando un bastone da
passeggio, chi si veste di nero, chi cammina spedito tra i viali del camposanto.
Nessuno però conosce con perizia il rito, nessun segnale hanno rivolto al
curatore del Poe Museum, nessuna di quelle rose è stata disposta nel modo
preciso, tutti vengono smascherati dall’occhio attento di Jerome che conta, nel
2011, fino a quattro Toaster Faux, gli impostori.
Il primo a dichiararsi è Sam Porpora, primo dirigente del
Westminster Hall. Nel 2007, all’età di novantadue anni,
durante un‘intervista, Sam vuota il sacco.
Si china e dice: - Sono stato io!
La verità che emerge è figlia del calcolo e del marketing: per
cercare fondi e promuovere il distretto che per vent’anni era stato soltanto
dimora di derelitti e ubriachi, senza una lapide in ricordo di Poe ma solo
cumuli di terra su terra, Sam pensò di rimediare mettendo su una sorta di
campagna pubblicitaria. Protagonista un misterioso visitatore che si aggira di
notte nel luogo più spaventoso di Baltimora: il cimitero. Ad amplificare la
spettacolarità della trovata, oltre alla ripetizione annuale della
rappresentazione, i doni dal significato oscuro che reca con sé. Sam, determinato
a svelare tutta la storia – probabilmente perché un anno prima il pubblico
adunato davanti ai cancelli aveva tentato di smascherarlo –, spiega il
significato di quegli oggetti: una rosa per ogni persona defunta accanto
all’epitaffio (Edgar, sua moglie Virginia e la suocera Maria Clemm), una
bottiglia di cognac della sua marca preferita, etichetta prestigiosa del
Bordaries, per ricompensare – seppur in ritardo – le ristrettezze economiche
patite dallo scrittore. Le bottiglie poi verranno raccolte di anno in anno nel
museo della città.
- Lo sto facendo a causa del mio amore per la storia – dirà.
I fatti però sembrano contraddirlo.
Il primo a smentire questa versione è Jerome, restio a credere alla
sua fantasiosa invenzione, lacunosa e non priva di incoerenze, come
l’incongruenza tra la presunta data d’invenzione del Poe Toaster, 1967 (e non
il 1949, usato da Sam come semplice espediente per rendere la tradizione più
longeva), e il primo vero avvistamento dell’«Evening Sun» del 1950.
- Ci sono buchi così grandi nella storia di Sam che si potrebbe
guidare un camion attraverso di essi - dirà Jerome, ricordando il suo primo
incontro con quel buffo vecchietto. Era il 1967, quando a soli 24 anni si
imbatté per la prima volta nell’allora sessantunenne dirigente del complesso
architettonico di Westminster Hall, alla cui salvezza aveva consacrato tutta la
sua vita.
Nel 1981 Sam lascia l’incarico. Alcuni dicono a causa della sua
fervida immaginazione che lo spingeva a farcire le visite guidate di storie
sinistre e prive di fondamento.
Persino la figlia di Sam si mostra scettica. Il padre non le
aveva mai detto nulla, ma la sua furbizia non andava sottovalutata.
David Franks, poeta e artista di Baltimora, non ci sta. Senza
indugiare oltre, si fa avanti e rivendica il titolo usurpato. Famoso per le sue
stravaganti provocazioni, David sembra voler annoverare quella del misterioso
uomo di Poe nel suo già folto inventario.
L’aspetto del nuovo Toaster Faux – dirà Jerome – non ha nulla in
comune con l’uomo misterioso.
Persino gli amici di David sono dello stesso avviso: le sue idee
politiche – più vicine alla Francia che alla strategia militare statunitense – erano
in contraddizione con il biglietto del 2004.
19 gennaio 2010
La fila di
curiosi fuori al cimitero inizia a diradarsi lentamente. È ora di tornare a
casa. Fino all’ultimo hanno sperato di vederlo comparire all’improvviso avvolto
nella sua sciarpa pronto a brindare al nuovo anno.
Le attese,
però, questa volta sono state deluse. Il Poe Taster ha disertato
l’appuntamento.
Jerome
crede che l’uomo abbia scelto il 2009 – 200° anniversario della nascita di Poe
– per congedarsi e porre fine alla cerimonia.
Afferma di
non aver mai capito chi fosse, ma aggiunge subito dopo: «Anche se l’avessi
scoperto, non lo direi neanche a mia moglie» e promette di rivelare un giorno i
segni che contraddistinguono il vero Poe Taster dai tanti millantatori.
L’ultima
speranza di provare quell’infantile stupore che fa arcuare la bocca e sgranare
gli occhi sembra dissolversi per sempre in quell’oscurità senza magia.
Dal 2010 la
popolazione di Baltimora e i turisti di ogni angolo del mondo rendono omaggio
alla tomba di Edgar Allan Poe la notte del 19 gennaio.
Nessuno ha più
visto il Poe Toaster durante la veglia notturna.
Nonostante
tutto, l’illusione di poterlo rincontrare continua a sopravvivere.
2 commenti:
Impossibile leggere senza appassionarsi: un piccolo passo per un blog, un grande passo per l'originalità (on line). Benvenuta Jane.
Benvenuto a te, benderbluesboy, tra gli anfratti di questo blog.
La prima bandiera è stata piantata.
Adesso continua l'esplorazione.
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