lunedì 4 febbraio 2013

IL CIMITERO DI BALTIMORA



OGGETTO: Il caso del Poe Toaster
 
Old Western Burying Ground
Baltimora (Maryland)
19 gennaio 1949
Ora: tra mezzanotte e le 05:30

Come tutte le notti d’inverno, nel Maryland non c’è traccia di anima viva per la strada. Soltanto il silenzio dei laterizi in cotto e la luce dei lampioni che dal 203 di Amity Street si incamminano verso la Fayette in una lunga processione di ceri per la commemorazione all’Old Western Burying Ground, il cimitero di Baltimora.
Soltanto un uomo prende parte alla veglia, ma nessuno può accorgersi della sua presenza. Cammina fortuitamente tra le strade del centro, coprendosi il volto con una spessa sciarpa. In una mano una bottiglia di ottimo Martell e tre rose di colore rosso.

Un anno dopo il rituale si ripete.
I resti di quello strano incontro vengono rinvenuti al mattino.
Il «The Evening Sun» di Baltimora diffonde la notizia: Un anonimo cittadino lascia ogni anno una bottiglia vuota di Cognac di eccellente marca sulla tomba di Poe.
Dello sconosciuto, però, nessuna traccia, solo l’inizio di una storia sospesa tra poesia e gothic revival.


Old Western Burying Ground
19 gennaio 1978

Ventinove gelidi inverni erano stati visti da quelle parti, ventinove freddi, anno dopo anno, erano scesi come un invisibile drappo sulla città. Non avevano mancato alcun appuntamento neanche gli strani doni all’Old Western Burying Ground.
Jeff Jerome, il nuovo curatore della Poe House and Museum di Baltimora, si è promesso di andare in fondo alla storia. Lo deve alla sua passione per il romanzo noir e ai suoi concittadini che in tutti quegli anni erano stati col fiato sospeso.
Il piano è semplice: nascondersi in auto, fuori ai cancelli del cimitero, fino all’arrivo di chi ormai era noto come Poe Toaster, colui che brinda a Poe.
Oltre le inferriate la lastra in marmo bianco con in cima il minuto uccello dal becco aguzzo: the Raven, il corvo, anche lui è pronto.
I minuti iniziano a scorrere come se principiassero a farlo solo ora.
Jerome è lì che aspetta.
Con lui qualcosa di irrimediabile è in agguato.
Esitante, scende dall’abitacolo e inizia a camminare. Pochi metri, il tempo di raggiungere la toilette e di far ritorno.
Il buio è intenso, mentre una flebile luce illumina la notte di Poe.
Di ritorno tutto è al proprio posto. Si guarda intorno: silenzio. Qualcosa nel paesaggio stride, anche se non sa bene cosa. Lo sguardo corre lungo il ferro battuto del cancello, verso il viale alberato, fino a scivolare sulla prima lapide.
Sospira, e il suo cuore manca un battito.
Lì, di fronte ai suoi occhi, c’è una bottiglia tra tre rose.
- Ero arrabbiato con me stesso - dirà in seguito Jerome.
Lontano da qualsiasi sguardo indiscreto, ancora una volta lo sconosciuto ha brindato alla nascita di un uomo vissuto appena un secolo prima.


Westminster Hall
19 gennaio di un paio di anni dopo

Questa volta non è solo.
Con tre amici, Jerome ci riprova.
Nelle umide catacombe dell’ex chiesa presbiteriana di Westminster, adiacente il cimitero, si preparano a trascorrere la notte più lunga della loro vita.
L’arrivo del Poe Toaster è difficile da programmare, non c’è un’ora prestabilita per la funzione, se non quando il buio scende e confonde la sua figura.
Jerome è risoluto: per nulla si farà sfuggire questa opportunità.
Il fiato inizia a sospendersi mentre la quiete è l’unica amica.
Mezzanotte, l’una, le due.
Niente, tutto è immobile come in un’iconografia funebre.
Le tre, le quattro…
A un tratto dei passi interrompono il torpore.
Le orecchie si fanno più ricettive e gli sguardi cercano conferma, i cuori iniziano a battere veloci e piano salgono alla gola.
Un uomo vestito di nero, con il volto coperto dalla falda larga di un cappello e da una sciarpa bianca, procede spedito verso il cimitero.
Entra.
Con passo incerto percorre il viale e si arresta. È sicuro di aver trovato quello che cercava: il mausoleo di Edgar Allan Poe.
Lo guarda, fisso, per un lungo istante, mentre alza un oggetto verso il cielo. Da lontano la sagoma di una bottiglia scura risplende di un sinistro bagliore alla luce del neon.
Risoluto l’abbassa, ne beve piano un lungo sorso, poi la adagia lì, sulla lapide, insieme a tre rose rosse.
Si guarda intorno, tutto tace.
Si avvicina all’effige scolpita nel marmo, legge piano le parole impresse nella roccia e, con un velo di tristezza nello sguardo in quella nottata che celebra la vita, le bacia.
Quando si raddrizza, il tempo riprende a scorrere.
Leva il cappello in gesto di saluto, infine volge le spalle al sepolcro e scompare così come era venuto.
All’anno venturo, Edgar.

Lo stupore ha paralizzato Jerome. Fermo nella sua postazione assiste con impaziente emozione a tutta la scena. Neanche per un attimo ha pensato di interrompere la cerimonia per poter conoscere l’identità dell’uomo.
La poesia di quel momento è racchiusa nel suo segreto.
Chi è l’uomo misterioso? Perché ogni anno si reca sulla tomba di uno scrittore morto? Che significato hanno le strenne che lascia in omaggio?
Nessuno riesce a vedere il suo viso. Eppure il numero dei curiosi è aumentato.
La cerimonia non è interrotta. In ossequioso rispetto gli astanti guardano l’ennesima apertura di sipario.


«Life Magazine»
Luglio 1990

Gary Smith, giornalista del «Life», intitola il suo nuovo pezzo Once upon a midnight dreary, una tetra mezzanotte, incipit del componimento di The Raven di Poe.
In calce all’articolo un fermo immagine in bianco e nero a cura del fotografo Bill Ballenberg.
La foto non è molto nitida, ma subito si riconosce in primo piano la sagoma di un uomo. Intorno un fitto manto di rami fa da cornice, di fronte una lapide chiara denuncia la cupezza del luogo.
La prima e unica foto del Poe Toaster inizia a circolare, ma la sua identità è ferma a quel click.


Old Western Burying Ground
19 gennaio 1993

The torch will be passed, il testamento sarà passato.
Un biglietto viene ritrovato per la prima volta sulla lapide.
Ci sarà un successore, a quanto pare, a proseguire la cerimonia. Ma la scomparsa del vero Poe Toaster non può lasciare indifferenti e il preavviso del suo ritiro fa sorgere molti interrogativi.
Forse l’incedere dell’età o della malattia lo spinge a battere in ritirata, o è la morte che non appare più così lontana? In fondo, sono passati più di quarant’anni dalla prima apparizione al Westminster Hall, per qualcuno addirittura più indietro sino al 1930.
Oppure la paura di essere scoperto di anno in anno si fa sempre più certezza fino a rendere il depistaggio l’unica via d’uscita?
Certo la tenebrosità dell’ora, l’uggiosità del luogo e la segretezza del rito hanno dato adito a considerazioni più scabrose. E l’iniziazione è a un passo dal compiersi.
Pur con una lieve alterazione nell’aspetto – più giovane nella chioma e nell’incedere, ma mai privo del consueto savoir-faire –, il Poe Toaster non ha mai disatteso le previsioni.
- È un po’ come la mattina di Natale - ha dichiarato un ragazzo di Baltimora. - Lo sai che si presenta, ma l’aspettativa, l’attesa e il modo in cui accadrà è dieci volte più divertente.


19 gennaio 1998

Poi succede davvero, o almeno così sembra.
Ancora una breve nota ne denuncia l’accaduto. Poche righe – giusto il numero che basta a riferirne il decesso.
Rispettando la sua volontà – come aveva reso noto nello scritto precedente –, i figli del Poe Toaster sono chiamati a ereditare l’inconsueto lascito.
Perché la cerimonia d’inverno non può essere già finita.

19 genneaio 2001

L’oscurità e la decomposizione e il grande blu hanno il dominio su tutto. Baltimora Ravens. Mille ferite soffriranno. Edgar Allan Poe sempre.
La tetra profezia è il messaggio rinvenuto la mattina. A riecheggiare sono le battute finali de La maschera della morte rossa di Poe: E l'Oscurità, la Decomposizione e la Morte rossa regnarono indisturbate su tutto. L’anatema incombe sulla cronaca locale, a farne le spese la squadra di football della città, i Baltimora Ravens.
La resa dei conti è lì a qualche ora.
Il vaticinio, alla fine, si rivela una premonizione bendata: i Baltimora Ravens riescono a spuntarla per 34 a 7.
L’onore per ora è ancora salvo.


19 gennaio 2004 ore 03:00

La sacra memoria di Poe e il suo luogo di riposo non è un posto per il cognac francese. Con grande riluttanza ma per rispetto della tradizione familiare il cognac è ​​posto. La memoria di Poe vivrà sempre!
Mai sorso di Martell fu più amaro di questo. Il suo aspro sapore sa di politica internazionale, il suo retrogusto rammenta il veto francese alla guerra condotta dagli Stati Uniti in Iraq.
Per la prima volta Jerome si mostra esitante. La paura dei riflessi della divulgazione del messaggio lo rendono cauto, quasi insicuro.
Alla fine, però, è disposto a svestire i panni del censore e diffondere la notizia.
Ed è subito cronistoria.


C’è chi si aggira in bella mostra roteando un bastone da passeggio, chi si veste di nero, chi cammina spedito tra i viali del camposanto. Nessuno però conosce con perizia il rito, nessun segnale hanno rivolto al curatore del Poe Museum, nessuna di quelle rose è stata disposta nel modo preciso, tutti vengono smascherati dall’occhio attento di Jerome che conta, nel 2011, fino a quattro Toaster Faux, gli impostori.

Il primo a dichiararsi è Sam Porpora, primo dirigente del Westminster Hall. Nel 2007, all’età di novantadue anni,
durante un‘intervista, Sam vuota il sacco.
- Oh, vuoi saperlo? - chiede al giornalista.
Si china e dice: - Sono stato io!
La verità che emerge è figlia del calcolo e del marketing: per cercare fondi e promuovere il distretto che per vent’anni era stato soltanto dimora di derelitti e ubriachi, senza una lapide in ricordo di Poe ma solo cumuli di terra su terra, Sam pensò di rimediare mettendo su una sorta di campagna pubblicitaria. Protagonista un misterioso visitatore che si aggira di notte nel luogo più spaventoso di Baltimora: il cimitero. Ad amplificare la spettacolarità della trovata, oltre alla ripetizione annuale della rappresentazione, i doni dal significato oscuro che reca con sé. Sam, determinato a svelare tutta la storia – probabilmente perché un anno prima il pubblico adunato davanti ai cancelli aveva tentato di smascherarlo –, spiega il significato di quegli oggetti: una rosa per ogni persona defunta accanto all’epitaffio (Edgar, sua moglie Virginia e la suocera Maria Clemm), una bottiglia di cognac della sua marca preferita, etichetta prestigiosa del Bordaries, per ricompensare – seppur in ritardo – le ristrettezze economiche patite dallo scrittore. Le bottiglie poi verranno raccolte di anno in anno nel museo della città.
- Lo sto facendo a causa del mio amore per la storia – dirà.
I fatti però sembrano contraddirlo.
Il primo a smentire questa versione è Jerome, restio a credere alla sua fantasiosa invenzione, lacunosa e non priva di incoerenze, come l’incongruenza tra la presunta data d’invenzione del Poe Toaster, 1967 (e non il 1949, usato da Sam come semplice espediente per rendere la tradizione più longeva), e il primo vero avvistamento dell’«Evening Sun» del 1950.
- Ci sono buchi così grandi nella storia di Sam che si potrebbe guidare un camion attraverso di essi - dirà Jerome, ricordando il suo primo incontro con quel buffo vecchietto. Era il 1967, quando a soli 24 anni si imbatté per la prima volta nell’allora sessantunenne dirigente del complesso architettonico di Westminster Hall, alla cui salvezza aveva consacrato tutta la sua vita.
Nel 1981 Sam lascia l’incarico. Alcuni dicono a causa della sua fervida immaginazione che lo spingeva a farcire le visite guidate di storie sinistre e prive di fondamento.
Persino la figlia di Sam si mostra scettica. Il padre non le aveva mai detto nulla, ma la sua furbizia non andava sottovalutata.

David Franks, poeta e artista di Baltimora, non ci sta. Senza indugiare oltre, si fa avanti e rivendica il titolo usurpato. Famoso per le sue stravaganti provocazioni, David sembra voler annoverare quella del misterioso uomo di Poe nel suo già folto inventario.
L’aspetto del nuovo Toaster Faux – dirà Jerome – non ha nulla in comune con l’uomo misterioso.
Persino gli amici di David sono dello stesso avviso: le sue idee politiche – più vicine alla Francia che alla strategia militare statunitense – erano in contraddizione con il biglietto del 2004.


19 gennaio 2010

La fila di curiosi fuori al cimitero inizia a diradarsi lentamente. È ora di tornare a casa. Fino all’ultimo hanno sperato di vederlo comparire all’improvviso avvolto nella sua sciarpa pronto a brindare al nuovo anno.
Le attese, però, questa volta sono state deluse. Il Poe Taster ha disertato l’appuntamento.
Jerome crede che l’uomo abbia scelto il 2009 – 200° anniversario della nascita di Poe – per congedarsi e porre fine alla cerimonia.
Afferma di non aver mai capito chi fosse, ma aggiunge subito dopo: «Anche se l’avessi scoperto, non lo direi neanche a mia moglie» e promette di rivelare un giorno i segni che contraddistinguono il vero Poe Taster dai tanti millantatori.
L’ultima speranza di provare quell’infantile stupore che fa arcuare la bocca e sgranare gli occhi sembra dissolversi per sempre in quell’oscurità senza magia.

Dal 2010 la popolazione di Baltimora e i turisti di ogni angolo del mondo rendono omaggio alla tomba di Edgar Allan Poe la notte del 19 gennaio.
Nessuno ha più visto il Poe Toaster durante la veglia notturna.
Nonostante tutto, l’illusione di poterlo rincontrare continua a sopravvivere.

2 commenti:

benderbluesboy ha detto...

Impossibile leggere senza appassionarsi: un piccolo passo per un blog, un grande passo per l'originalità (on line). Benvenuta Jane.

Unknown ha detto...

Benvenuto a te, benderbluesboy, tra gli anfratti di questo blog.
La prima bandiera è stata piantata.
Adesso continua l'esplorazione.

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